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[ FISICA ] UN PROBLEMA TUTTO CANINO
Toro è assolutamente disordinato nel bere. No, non mi riferisco a un esemplare di razza bovina, ma all'elegante cucciolo di labrador del mio vicino di casa. Nel periodo di gran caldo di poche settimane fa, l’ho osservato più volte mentre si tuffava a capofitto sulla sua ciotola d’acqua, bevendo avidamente e rumorosamente fino a vuotarla del tutto. Soffermandomi sulla pozza d’acqua attorno alle sue zampe a fine bevuta, mi sono convinto che doveva esserci più acqua sul pavimento che non nella sua pancia.
Toro non è l’unico cane ad avere questo problema. Tutti i cani sono bevitori disordinati, ma non c’è motivo per ridere di loro, perché la fisica che applicano nell'espletare questa azione è piuttosto impressionante. Un cane assetato si ritrova a dover fronteggiare un grosso problema legato all'anatomia della sua bocca: una bocca troppo larga, che si estende tutt'attorno alla faccia, con la cerniera delle mascelle molto indietro, caratteristica questa che si rivela utile nel masticare ma non nel bere. Noi esseri umani, grazie all'ausilio delle guance possiamo socchiudere le nostre labbra, formando un piccolo foro attraverso il quale aspiriamo i liquidi. A un cane ciò non è possibile, a causa della larghezza della sua bocca. Ma ecco che esso ricorre a un metodo alternativo, tanto più sorprendente in quanto sembra incredibile che possa funzionare.
Se osserviamo un cane mentre beve, vedremo la sua lingua andare giù nel liquido e risalire rapidamente, poi le sue mascelle serrarsi di scatto. Questo procedimento, ripetuto più e più volte, prende il nome di lappatura. Osservando meglio, vedremo la complessità di quanto sta succedendo. La lingua scende nel liquido con la punta arricciata all'interno, verso le zampe del cane: in questo modo, l’animale trasforma la sua lingua in un pistone, con la base più grande e piatta che riesca a ottenere; poi – e questo è il passaggio fondamentale – la fa schioccare all'indietro, in modo incredibilmente veloce: l’acqua si spinge verso l'alto, muovendosi con tanta inerzia da creare una colonna d’acqua che si innalza fino alla bocca del cane e viene catturata con una serrata finale delle mascelle.
D’ora in avanti, prima di ridere perché il nostro cane bevendo ha quasi lavato il pavimento della cucina, ricordiamoci della sua intelligenza e della sua perfetta conoscenza della dinamica dei fluidi.
[ ASTRONOMIA ] PANORAMA TERRESTRE E FALSI MITI
Si dice che alcune tra le più imponenti strutture create dall'uomo, come le piramidi egizie o la Grande Muraglia cinese, siano visibili addirittura dalla Luna. Ma è proprio così?
Ciò che un viaggiatore spaziale vede dipende, ovviamente, da quanto in alto vola. I viaggi spaziali a scopo turistico a oggi attivi, per coloro che possono permetterselo economicamente, portano i viaggiatori fino a 100 km sopra il livello del mare. D’altra parte, gli astronauti nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) orbitano molto più in alto, nella termosfera, a circa 420 km di quota. E, ancora, i pochi che riescono ad arrivare fino alla Luna si avventurano a più di 364.000 km dalla superficie terrestre. Ciò che si riesce a vedere guardando verso la Terra è molto diverso nelle tre situazioni.
La ISS orbita attorno alla Terra, compiendo una rivoluzione completa ogni 92 minuti. A questa velocità sorprendente, la vista del “panorama terrestre” cambia in continuazione. Gli astronauti riescono a identificare, a occhio nudo, i fiumi che serpeggiano attraverso le città o le foreste, le luci brillanti delle città e i campi agricoli che dall'alto assomigliano a delle trapunte in stile patchwork. Riescono a vedere anche le regioni a maggiore deforestazione, come ad esempio il Madagascar, o i moti vorticosi degli uragani in atto. Con l’aiuto di un potente obiettivo fotografico, possono fare uno zoom sulle città o spiare le strutture megalitiche create dall'uomo come le piramidi egizie. In ogni caso, la ISS ruota così velocemente che hanno solo pochi istanti per scattare delle foto.
Per quanto riguarda la vista dalla Luna, lo stesso astronauta Neil Armstrong, a distanza d’anni dalla sua memorabile impresa del 20 luglio 1969, sfatò il mito secondo cui le strutture create dall'uomo potevano essere viste da lassù. Dichiarò, inoltre, che l’unica cosa che si riusciva a distinguere nettamente erano i continenti, in particolare la Groenlandia – che definì “una forma bianca contro un mare blu” – e l'Africa.
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